Maritozzi romani con la panna

Ormai vivo nella periferia di Roma da diversi anni e sto facendo sempre più mia la tradizione culinaria di questi luoghi, ma una cosa mi mancava: i maritozzi.
Raramente li vedo in vendita nei bar, se non quelli con il proprio laboratorio di pasticceria, ed anche i parenti del mio consorte romano mi hanno confermato questa mia impressione. Il primo maritozzo che ho avuto occasione di addentare, infatti, è stato l’anno scorso: era stato diviso in 6 parti per quanto era grosso e sono a malapena riuscita a rubarne un pezzo prima che venisse finito tutto. Mamma che buono. Io mi aspettavo un impasto pesante e impegnativo (diciamocelo, i cornetti della capitale non sono granchè) invece si trattava di una nuvola, una sofficissima nuvola accompagnata da tanta panna.
Mio suocero impazzisce per la panna montata, è in grado di farsi riempire con questa anche il cornetto della colazione e quindi non potevo non provare a fare un tentativo.
La curiosità mi ha portato a cercare le origini di questo dolce ed ho scoperto cose molto interessanti. Innanzitutto che è un dolce che ha origine sin dall’antica Roma e che la versione che mangiamo oggi non è quella originaria, dato che prevedeva nell’impasto l’uso di pinoli, uva e scorzetta d’arancia candita. Mio suocero non l’avrebbe già più mangiato 😀
E il nome? Il nome si narra che derivi dall’usanza di offrire questo dolce alla propria fidanzata/futura moglie, che definivano il donante «maritozzo», vezzeggiativo burlesco di «marito». Il dolce poteva, in tali occasioni, nascondere al suo interno anche doni per l’amata come un anello o un piccolo gioiello. E noi ce lo mangiamo con la panna, che è un gioiello pure quella!
Devo ringraziare Adriano Continisio, che con la sua ricetta, perfetta come tante altre, mi ha fatto scoprire, anzi ci ha fatto scoprire, il maritozzo più buono mai mangiato. Soffice e aromatico grazie alla scorza d’arancia, quasi fondente al morso grazie alla farina di riso. L’unica cosa che la prossima volta modificherò sarà la panna, l’ho un po’ zuccherata ma personalmente la preferisco nature 🙂 Fateli!


Per 12 maritozzi
INGREDIENTI
450 gr farina w300
50 gr farina di riso
200 gr acqua
90 gr zucchero
1 cucchiaio di miele (possibilmente d’arancio)
1 uovo medio + 1 tuorlo
6 gr lievito fresco
8 gr sale
1 cucchiaino malto (o miele)
60 gr burro
40 gr olio di mais (o arachide o riso)
zeste di 1 arancia grattugiate
albume e sciroppo di zucchero per pennellare

PREPARAZIONE
Sciogliere il lievito ed il malto nell’acqua intiepidita, unire 200 gr di farina e lasciare gonfiare a temperatura ambiente (circa 1 ora). Miscelare il resto della farina con quella di riso prevista dalla ricetta.
Una volta che il lievitino è ben gonfio metterlo nella planetaria, unire metà della farina e dello zucchero ed avviare la macchina a bassa velocità, all’assorbimento unire l’uovo con il resto dello zucchero e della farina, fare andare per qualche giro, poi inserire il tuorlo con il miele ed il sale, aumentare la vel. a 1,5 e portare a incordatura.
Aggiungere il burro morbido in due volte e, ottenuta una buona incordatura, unire l’olio a filo, fermandosi di tanto in tanto per evitare che l’impasto ceda.
Coprire con pellicola e mettere a lievitare a 26° per circa 3 ore.
Rovesciare sulla spianatoia e dare le pieghe serrate di tipo 2 (portare un lembo di pasta verso il centro e poi continuare in senso orario), arrotondare e coprire.

A questo punto si può trasferire l’impasto nel frigo a 4° per 10/12 ore, ne guadagnerà in gusto ed io ho fatto proprio così, altrimenti continuare con la ricetta. Io ho impastato dopo pranzo, messo in frigo alle 20:00 e tirato fuori alle 6:00 del mattino successivo (cosa non si fa per avere la colazione appena sfornata!)

 

Dopo 30 minuti porzionare in pezzi da 80 gr ed avvolgere a palla stretta. Con questa grammatura ne vengono 12.

Dopo altri 15 minuti riavvolgere le sfere a filoncino, stringendo bene.
Coprire con pellicola e mettere a lievitare a 28° per circa un’ora.

 

Pennellare con albume ed infornare a 180° per 12’ o fino a cottura (io 14 minuti).
Appena fuori dal forno lucidare con sciroppo di zucchero a 30° (135gr di zucchero portati a bollore con 100gr di acqua e raffreddati).

 

Una volta a temperatura ambiente tagliarne uno spicchio (con cui farete il controllo qualità 😉 ) e riempirli con panna montata non zuccherata o zuccherata a piacimento.

 

 

 

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